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di sì, e dimandò quanto tempo era ch’egli era venuto dal Santo Sepolcro; dissero che era circa un anno. Ancora dimandò quanti dei compagni erano tornati, risposero: — Ei solo, mercè di Dio e d’un cavaliere che l’ha campato in Affrica, che aveva nome Guerino!» Il Meschino non rispose, facendo vista di non intendere, e sorrise. Dissero alcuni di loro: — Sareste voi?» Il Meschino non rispose niente; alcuni di loro andarono al palazzo a dire a messer Dionino, com’era al porto un cavaliero che dimandava di lui, ed egli levò le mani al Cielo, e disse: — Dio mi dia grazia che sia il mio signor Guerino!» e venne a piedi sino al porto, e come vide il suo cavallo, disse: — Questo è il mio signor Guerino che mi campò in Affrica». E quando il Meschino lo vide venire con sì gran compagnia di gente smontò da cavallo, e Dionino se gli gittò in ginocchioni a’ piedi, e tutti quelli che erano con lui, dicendo egli verso Guerino, e lagrimando: — Ben venga il mio signore!» Guerino l’abbracciò e levollo in piedi, baciaronsi molte volte in fronte piangendo dall’allegrezza; e tutti questi gentiluomini, non ostante che mai non l’avessero veduto, l’abbracciarono, e tutta la moltitudine della città corse per vederlo per la nominanza che messer Dionino gli aveva data, e così a piedi andarono al suo palazzo. Molto maggiore fu la festa che gli fece la donna di messer Dionino, che quella che gli fece lui, per amore del suo signore, e, dicendo da lui aver riavuto il suo signore, l’abbracciò, e gli apparecchiò una ricchissima zamarra, e disarmato per mano di messer Dionino, fu rivestito molto riccamente. E correva al palazzo tutta la città per vederlo.

Or chi potrebbe contare la festa che si fece in quel lauto desinare? Guerino disse come era stato dalla Fata, e a Roma, e messer Dionino disse: — Ora tu non avrai riposato; io son disposto che tu riposi qui in casa meco, perchè solo una cosa non sarà a te, e a me comune, ogni altra cosa sarà più tua che mia» e quella era la sua donna. Poi disse: «Io ho una sorella, la quale ha quindici anni, e questa sarà tua donna». Disse Guerino: — Io sono obbligato alla bella Antinisca a cui promisi di ritornare a torla per donna, ed essa mi aspetta a Persopoli». Quando Dionino intese che Guerino aveva