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CAPITOLO XXX.


Come il Meschino narrò ai romiti ogni cosa per ordine; poi partì con Anuello, e andarono verso Norzia, donde si partì per Roma.


G

iunto il Meschino al romitorio, e postosi a sedere, dimandò ad Anuello che cosa era avvenuto del suo cavallo e delle sue arme. Rispose che n’era bene: dimandò da mangiare, e subito gliene fu dato, ed anche del buon vino che aveva portato Anuello, e quando parve un poco confortato, i romiti dimandarongli parte a parte che cosa egli aveva fatto, e quello ch’aveva sentito e veduto; ed ei raccontò loro ogni cosa. E quando disse che aveva trovato Macco, e come stava, se ne risero per le pene che aveva ricevuto, e però dicevano: Non si fidi niuno nel mal vivere dicendo: Per questa via non andrò! Li ringraziò del buon ammaestramento da loro datogli, e poi si partì dopo di avere ricevuta la loro benedizione. Montò sopra un ronzino di quelli che Anuello aveva menato, e verso Norzia andarono insieme, e per la grazia di Dio giunsero alla città sani e salvi all’albergo d’Anuello, dove il Meschino stette tre dì. Poi fece molti ringraziamenti ad Anuello, e montò a cavallo armato, e l’oro e l’argento lasciò a lui, appena portandosi tanti danari che lo conducessero a Roma. Partito da Norzia tra pochi giorni arrivò in Roma, e dimoratovi un giorno, cominciò a discorrere con alcuni signori dove era