Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
248 | guerino. |
tre braccia, con la testa piccola, larga, occhi focosi, e così la coda pareva di corallo, e avevanla presa con i denti e la mordevano, e il resto assomigliava ad un aspide sordo». Ella disse: — Questi sono per ira che ebbero al mondo, dove stavano accesi e pieni d’ira». Disse il Meschino: — Ancora vidi altri vermi laidi, e brutti grandissimi rospi gonfiati che pareva che scoppiassero». Ella disse: — Questi sono stati al mondo invidiosi che si disperarono, e fu cagione di farli venire in questo luogo l’invidia». Disse il Meschino: — Vidi vermi, che parevano molto grandi, ed avevano tre bocche da mordere, ed una da mangiare molto maggiore». Rispose la Fata: — Questi sempre furono cupidi ed avari contra il prossimo, contra Dio, e i poveri suoi, che l’avarizia non è altro che amare sè medesimo e non amare Dio nè il prossimo, e furono tanto avari che si disperarono, e vennero qui per avarizia». Disse il Meschino: — Io vidi un’altra ragione di vermi, come scorpioni negri e brutti, carichi di terra e di fastidio, che avevano fatto una ruota dei loro corpi, e tenevano i corpi loro a terra». Rispose la Fata: — Quelli sono accidiosi, che sempre a tutte le cose create portarono invidia, odio e mala volontà, e vennero qui per disperazione di accidia». Disse il Meschino: — Io vidi serpenti che gittavano grandissimo puzzore, coperti di fastidio, e tenevano la gola aperta come se desiderassero di mangiare». Rispose la Fata: — Quelli furono tanto viziati nel peccato della gola, che vennero in povertà, poi si disperarono, e vennero in questo luogo per il peccato della gola». Disse il Guerino: — Ancora vidi un’altra generazione di vermi che avevano la coda e le ali come serpenti, e la testa come galli, e gli occhi focosi, la coda serpentina e verde». Rispose la Fata ridendo: — Questi vermi furono vinti dal peccato della lussuria, ed essendo molto biasimati e minacciati, si disperarono e deliberarono di venire in questo luogo solo per questo vizio di lussuria». Per queste parole intese il Meschino com’erano condannati dalla divina Giustizia insino al giorno del giudizio per i sette peccati mortali.
Poichè il Meschino intese la cagione dei vermi, perchè diventarono serpenti, e la loro condizione, e come erano appropriati