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capitolo xxvii. 237

appresso a lei s’inginocchiò Guerino, ed ella s’inchinò, e presolo per la mano, gli disse: — Ben venga messer Guerino!» ei la salutò dicendo: — Quella virtù, nella quale avete più speranza, vi aiuti,» e mentre che ei parlava, ella si sforzava fargli i più bei sembianti, e tanta era la sua vaghezza, che ogni corpo umano avrebbe ingannato e con le dolci parole, e con le belle accoglienze. Essa era di smisurata gentilezza, e di grandezza grande e tanto colorita, che quasi lo cavò dal suo proposito.

Egli era smarrito fra molte rose piene di spine, e se Dio per la sua grazia non gli avesse fatto tornar a mente i ricordi dei romiti, sarebbe caduto, ma tornò a Dio, e disse tre volte: «Gesù Cristo, liberatemi da questi incantamenti!» e questo disse fra sè nel cuore, e ragionando con lei la sua falsa volontà si partì da lui. Il Guerino gli cominciò a raccontare le pene, che aveva sostenuto da quel punto, che Alessandro l’aveva fatto libero in fino a questo parlamento, ch’ei faceva con lei, e poi tutto il viaggio. La Fata gli disse: — Io voglio che tu veda se ho del tesoro quanto il prete Janni,» e menollo in una camera di un gran palazzo, e gli mostrò tant’oro ed argento, e perle, e pietre preziose, e gioielli, e ricchezze, che se non fossero state false, tutto quel paese che ei aveva cercato non avrebbe valuto la terza parte. Poi tornò su quella sala molto ricca, dove gli fu apparecchiato da mangiare, e tante damigelle lo servivano che era una maraviglia. Quand’ebbe mangiato, la Fata lo menò in giardino, che a lui parve essere un paradiso novello, nel quale era di tutti i frutti, che da lingua umana si possano contare. Per questo conobbe tutte queste cose false e fatali, perchè vi erano molti frutti fuori di stagione.

Dopo molti ragionamenti ella prese il Meschino per la mano, venne verso il palagio reale con tre damigelle intorno ed innanzi suonando l’una un’arpa, e le due cantando, e giuocando l’una con l’altra, facendo tutti atti d’amore. La Fata spesso lo guardava, scontrando alcuna volta gli occhi suoi con quelli del Meschino, e l’accese del suo amore, sicchè per tal modo ardeva, che si aveva ogni cosa dimenticato, cioè le parole dei tre santi romiti, onde cominciò a dar intendimento alla Fata, ed ella a lui.