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CAPITOLO XXVIII.


Il Meschino è accettato dalla fata Alcina, la quale gli dichiara le cagioni di molte cose, ma non dove sia suo padre e la sua generazione.


II

l Meschino appena vide la porta aperta entrò dentro il 17 di giugno a ore dodici del dì; e queste damigelle dissero: — Ben venga messer Guerino! Molti dì sono che noi sappiamo della vostra venuta». Queste erano tre damigelle tanto ornate e belle, che lingua mai non le potrebbe dire. Quando Guerino entrava, una di quelle damigelle, disse con un falso riso: — Costui sarà nostro signore!» Ed egli allora disse fra sè: «Tu non pensi bene!» Quindi una gli tolse la fiasca, l’altra la saccoccia e le candele, e la terza lo prese per la mano e gli rimise la spada nel fodero. Egli con loro se ne andò, e passarono un’altra porta, e giunsero in un giardino vicino ad una bellissima loggia tutta istoriata, e lì vi erano più di cinquanta damigelle l’una più bella dell’altra. Tutte si volsero verso di lui, e in mezzo di quelle vi era una matrona, la più bella che i suoi occhi avessero mai veduto. Una di queste tre gli disse: — Questa è la gran signora Fata!» E verso lei andarono, ed ella gli venìa incontra, e giunto