tra queste due alpi comincia il colle di un sasso vivo, e nel fine di queste due montagne sono sì grandi e sì profondi dirupi che non si può vedere il fondo del gran vallone, e le ripe dove quelle finiscono, giungono sino sopra alle nuvole, e quella montagna dove gli conveniva andare era fatta come un pesce marino, detto Aschi, cioè come la sua schiena, il quale nasce nel mare. Questo poggio aveva da ogni parte un barbacane di muro, che per mezzo era circa un braccio, quindi dove meno, e dove poco più, e nella cima di questa schiena del poggio si aduna la terra di questi dirupi, di cui non si potrebbe dire l’oscurità, di modo che la luce del sole non opra nel fondo alcuna cosa; e tutte queste alpi sono nude d’ogni sorta d’alberi, ma vi è solo sassi e alcune poche erbe. Non si può andare colà se non tre mesi dell’anno, cioè quando il sole è nel segno di Gemini, Cancro e Leone, e quando vi andò Guerino era il sole in Cancro. Quando fu a mezzo questo poggio pose mente dove si era e dove gli conveniva andare, e si fermò e stette tra due pensieri una grossa ora. L’un pensiero lo confortava all’andare, e l’altro a tornar indietro; alla fine riprese cuore, e superò la pietà di sè stesso, e per la mala via andava più con le mani che con i piedi, e quando fu alla fine del poggio, le mani in più luoghi gettavano sangue. Ei si voltò indietro e guardò il poggio, e gli venne ancora pietà di lui, dicendo: «Oh lasso me che vado io cercando!» Pregò Dio su la sua tornata, e disse tre volte: «Gesù Cristo Nazareno, aiutatemi!» poi alzò gli occhi e vide due cime di monti che giungevano al suo parere al cielo. Questa pareva una montagna fessa, e che fosse una cima attaccata all’altra e partita nel profondo, dove per mezzo gli conveniva andare, ed eravi tanto da quel fondo alla cima che appena si vedeva l’aere, e pure vi andò con gran fatica. Eravi grande pericolo per i sassi che stavano per rovinare da tutte le parti, e molti ne erano già rovinati, e avevan cominciato a rompergli il passo. E giunto in un campo vide una largura a modo di piazza quadra, circa cento braccia per ogni quadro, ed erano in ogni lato le rive altissime, per modo che ei non vedeva la fine, ed eravi gran quantità di pietre rovinate, innanzi a cui era una montagna molto maggiore che niuna delle altre. Disse il Meschino