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capitolo xxv. 223

vano pure i Grigioni. Questo vecchio in parte insegnò la via al Meschino per andare a quelle montagne presso a Norga.

Egli si parti d’Arezzo di Calvazia, passò le montagne di Aspomonte, e venne alla città di Norza, la quale è nella gran montagna d’Appennino, e giunto ad un’osteria di fuora, vi alloggiò, ed era l’oste un bell’uomo, il quale accettò Guerino allegramente. Quando fu smontato, l’oste gli dimandò donde veniva. Rispose il Meschino: — Io vengo da tutto il mondo, e non so di donde venga, nè dove mi vada.» Disse l’oste: — O gentiluomo, vi è stato fatto dispiacere?» Ei rispose di no; l’oste disse: — Noi vogliamo che il nostro paese sia sicuro». Allora disse il Meschino: — Cercasti mai il mondo?» Rispose l’oste: — Io sono stato in Soria, in Romania, in Ponente, in Spagna, in Inghilterra ed in Fiandra, ed ora son tornato alla mia patria, ed ho provato del bene e del male, e se avrò figliuoli grandi che si possano guadagnare le spese, io gli farò cercar il mondo, perchè chi non ha cercato del mondo, non è uomo.» Disse Guerino: — Udisti mai dire dell’incantatrice Alcina?» E l’oste rispose ch’era in certe montagne lì appresso, ma lui non esservi andato, nè aver voglia d’andarvi; e se voi aveste voglia di andarvi, soggiunse, per carità cacciatela da voi, imperocchè non abita persona appresso a sei miglia, ed è lungi da questa città alquante miglia. Da qui a sei miglia è una fortezza dove si piglia la via per andarvi; ed ho udito dire, che appresso l’entrata vi è un romitaggio dove per mezzo si passa, e vi stanno romiti per vietar la via a chi volesse andarvi; che appena li uccelli possono volarci, e non vi è se non falconi, aquile, ed avoltoi, e griffoni, ed altre fiere pure vi sono. Però fugga da voi la volontà di andarvi, chè di cento che vanno uno ne torna». Disse Guerino: — Lasciamo questo parlare per ora».

La mattina seguente Guerino dimandò all’oste se egli aveva alcun famiglio da mandare con lui in città. Quello rispose di sì, e chiamò un suo figliuolo, e mandollo con lui, e andò alla città ad udire messa. Essendo in piazza s’accostò a certi forestieri che parlavano l’uno coll’altro di certi paesi, e Guerino udendoli ragionare, cominciò a dire dei fatti d’incantamenti; e parlando di una cosa e d’un’altra, uno di loro disse agli altri di questa