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capitolo ii. 11

di armizzare, di cavalli, lottare, gittar pietre e pali di ferro, e di tutte le prove che per giovani si fanno, conciossiachè contasse egli appena vent'anni. Il Meschino, che sorpassava di due anni l’età del figliuolo di suo padrone, trovossi anch’egli assai volte in questi giuochi, e provatosi con tutti, tutti riusciva a superare dove fosse necessaria forza o destrezza, e le altre virtù cavalleresche di quei tempi.

Alessandro essendo per questo maravigliato, e piacendoceli l’aspetto del Meschino, domandò di sua condizione, e saputo come fosse lo schiavo d’Enidonio, fece un dì chiamare costui, e pregollo che glielo vendesse o donasse. Ed avendo egli risposto, quello schiavo essere di suo padre, essere d’uopo perciò che lo dimandasse a lui, Alessandro mandò per Epidonio, e chiestolo del favore, questi dissegli cortesemente: — Non tanto lui, ma il mio figliuolo donerotti, se e’ ti piace; non credere che io porti manco amore al Meschino che a mio figlio, avendo deliberato questi giorni di farlo franco; ed è con questa condizione appunto che io tel dono, cioè che lo faccia franco, chè altrimenti non te lo darei».

Alessandro, accettato il dono, subito mandò per un giudice, notarii e testimoni, e fece scrivere come Enidonio donavagli il Meschino suo schiavo, e quindi come Alessandro fosse per farlo franco e libero, e trattarlo come fedel cristiano. E come l’ebbe francato in presenza di molta gente, domandò al Meschino chi era il suo padre. Il Meschino rispose allora sospirando: — O mio signore, Alessandro, sino a questo punto ho tenuto Epidonio per mio padre credendomi sempre suo legittimo figliuolo!...» Alessandro domandò subito ad Epidonio come l’aveva avuto, e questi raccontato il tutto, e come egli l’aveva comprato da corsari, e come al-

    genere di libri, massime nei romanzi della cavalleria, non si fece certamente quel conto della cronologia che ora si vorrebbe. Si seguirono ciecamente le tradizioni e le leggende popolari, cosicchè restò di leggieri confuso il vero al falso, la storia alla favola, un tempo coll’altro, e come i poeti, anche gli scrittori di quei tempi portati eccessivamente al maraviglioso ed allo stravagante, cercavano sempre di abbellire i loro racconti dei nomi più famosi per qualche gran fatto o strepitosa avventura, comechè fossero lontani le mille miglia dal soggetto cui essi risguardavano. — Certamente che la grandezza a cui si vide l’oriente risalire sotto la dinastia dei Basilidi, avrà eccitato molto entusiasmo anche nell’occidente, e sparse qua e là nel popolo le solite leggende, per cui messer Andrea Fiorentino avrà voluto guidare il nostro Meschino alla corte d’oriente, e di là agli alberi del sole.