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capitolo xxiii. | 215 |
che si aveva dato prima di combattere, e così messer Dionino aspramente minacciò Validoro di morte, e confortò tutto l’oste che non temesse. Ogn’uomo prese coraggio, e mandò di notte spie, che l’una non sapeva dell’altra, con ordine che facessero vista di essere fuggiti, ed andassero dicendo per il campo del re Validoro del vanto che Guerino si dava, e ch’egli era stato agli Alberi del Sole in India, e in Persia a quelli di Maometto ed in Soria, e come egli combatterebbe con gli dèi, e così andò questa fama per tutto il campo di Validoro. Essi pieni di paura dicevano che li aveva minacciati di morte, ed eran fuggiti da Artilafo, e Rampilla mandò per loro ad uno ad uno, domandare di Guerino, e tutti dicevano a un modo che Guerino era tutto delle donne, ed ella per amore di Guerino cominciò a sospirare, e dire: — Per Maometto! se Guerino mi volesse amare come io amo lui, io lo farei signore di tutta la Morea, Validoro non farebbe tutto quel che si pensa». Lo spione disse: — O madonna, che dite voi?» ed ella pensò quel che aveva detto. — Male ho fatto», e temendo che il fratello non lo sapesse, subito fece ammazzare quello spione. Poi chiamò un suo secretario e dissegli: — Se tu farai il mio comandamento, io ti farò il più ricco che sia in Affrica». Disse il segretario: — Comandate madonna, s’io fossi certo di morire farò il vostro comandamento. — Beato te! disse Rampilla, tu te ne andrai questa notte nel campo dei nemici, e da mia parte favella con Guerino, e digli che s’egli mi vuol pigliare per moglie, ucciderò Validoro mio fratello, poi lo farò signore di tutta la Morea e dell’Affrica sino al gran fiume Tison e tutta Barbaria, e sarà il maggior signore di tutta l’Affrica». Il famiglio per l’avarizia dell’oro e della signoria che ella gli prometteva, promise di fare tutto il suo volere, e si partì, e andò al campo di Artilafo secretamente.
Rampilla, la quale era grande di persona, bene formata, e negra quanto un carbone, il capo ricciuto, chiome innanellate, bocca grande, e i denti bianchi, gli occhi rossi che parevano di fuoco, aveva pur detto al messo: — Dirai a Guerino ch’io gli salvo la mia verginità!» Giunto il messo in campo, per avventura incontrò Artilafo con molta gente, e gli dimandò se egli era Gue-