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CAPITOLO XXIII.


Il Meschino seguita le sue vittorie, e viene contra Validoro,
dalla cui sorella Rampilla è amato.


A

ppena seguita la morte del superbo Artilaro furono soccorsi i due cavalieri; Artilafo con la spada ferì quel sacerdote che consigliava Artilaro che li facesse morire, e fecegli due parti del capo, e come l’ebbe ucciso dislegò messer Dionino. Allora giunse Guerino con l’elmo in testa per liberarli; quando li vide sciolti fu molto allegro, e armati montarono a cavallo. Quelli del campo che erano dalla parte di Artilafo tutti andarono sotto le sue bandiere, per modo che quelli ch’erano venuti dalla Morea con Artilaro, furono tutti messi a filo di spada, e tutto il loro avere fu rubato, ed ogni lor cosa andò in preda. Tutti i padiglioni di Artilaro, furono donati ad Artilafo, il corpo di Artilaro fu arso e di Almonido, e tutta la roba fu partita fra la gente, e deliberò di andar con la gente alle due città ch’erano sul lago detto fonte Solis, le quali per avanti erano state del padre di Artilafo detto Amone Maracca, e così andarono. Le quali città come sentirono la venuta d’Artilafo e la sua gente, e la morte de’ due fratelli, subito