Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/273


capitolo xxii. 205

fra loro, perchè tutti si rivolsero addosso al Meschino, che si gittò con la spada tra loro. E giunti appresso il fosso del castello, ad un gittare di mano trovarono un campo di terra, che aveva duecento braccia di terra piena, e la parte verso il castello era terreno più alto: là si fermò Artilafo, perchè era luogo sicuro, e dove i nemici non potevano entrare per l’avvantaggio del terreno. I nemici fecero cerchio in quel campo dal lato di sotto, e restò la battaglia, e così guardandosi l’un coll’altro niuno diceva niente, senza offendersi una parte nè l’altra.

Stando fermi dall’una parte e dall’altra, Almonido si fece avanti armato, e domandò se tra loro eravi niuno che avesse tanto ardire, che volesse provarsi con lui corpo a corpo. Il franco Guerino si fece dare una grossissima lancia, e prima domandò ad Artilafo chi era quello, e quando intese che egli era Almonido, tutto allegro prese la sua lancia e si fece contra lui, e sfidaronsi il campo l’uno l’altro. Almonido domandò a Guerino chi era; egli rispose che egli era Guerino. Almonido disse: — Maometto, se mi donasse tutto il mondo, non mi faria così allegro!». E disfidati, presero del campo, e disse Guerino: — Oh quanto era l’opinione di costui falsa, che tanto di sè stesso si fidava, che non credeva che uomo al mondo fosse da tanto com’egli!» Venne l’un contra l’altro, e due grandissimi colpi si diedero per modo, che Almonido ferito cadde indietro a terra dall’arcione, ed il cavallo di Guerino cadde per terra e affrettossi di levarsi. Levato mise mano alla spada, ch’era una scimitarra. Almonido era tanto grande, dice Guerino, che il suo elmo non gli avrebbe toccato la forcella del petto. Almonido disse verso il cielo, ingannato da sè stesso: «O ria fortuna, come può esser questo, che una mano rispetto a me mi debba avere abbattuto!» Ancora era questo maggior errore che il primo, e adirato menò un colpo con la scimitarra molto fieramente, e Guerino si gittò un poco da un lato, sicchè la scimitarra non lo toccò, ma ficcossi in terra; Guerino se gli gittò presto addosso, e menogli un colpo nella coscia manca, e tagliogliela mezza. Onde egli trasse un gran grido, e bestemmiò Maometto, e per questo però non cadde, ma si drizzò ritto. Guerino gli