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CAPITOLO II.


Il Guerin Meschino, venduto e portato a Costantinopoli, e quivi ricevuto alla corte dell’imperatore, dove per la prima volta s’innamora.


SS

efferra, guardia di Guerino, vedendo la città perduta e tolta ogni speranza di salute, si calò furtivamente dalle mura col fanciullo e la balia, portando seco molto tesoro. Giunta al porto tolse una nave, dirigendosi quindi col fanciullo verso Costantinopoli. Dopochè, partiti dal porto, per tre dì ebbero navigato, furono assaliti da tre galere di corsari, a cui fu forza arrendersi. Morto il famiglio di Sefferra, e lei, perchè piangeva, gettata in mare, fecero poi tanto strazio della balia che lattava il fanciullo, che in capo a quattro giorni morì anch’essa, ed il suo corpo divenne preda delle onde. Tutt’altra sorte toccò a Guerino, poichè i Corsari giunti nell’Arcipelago a Salonichi, vendettero il putto con altre mercanzie ad una compagnia di mercadanti. Il fanciullo toccò ad un di Costantinopoli chiamato Epidonio, il quale, tolta una balia che il lattasse, portollo in Costantinopoli coll’animo di farlo suo figliuolo, conciossiachè egli non avesse prole e fosse molto ricco.