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CAPITOLO XXI.


Il Meschino s’incontra in messer Dionino, e segue suo viaggio con lui.


PP

assati molti deserti, cavalcando il Meschino verso la Libia, su per il lago meridiano, in sull’ora di mezzo giorno, udì levarsi per il paese gran rumore, e temè di non essere assalito, come fu venendo in Egitto, da’ pastori o da’ cani. Essi corsero per vedere, e videro fuggire gli uomini da’ leoni, e le femmine cacciar i leoni, essendogli stato detto ch’eran leoni ch’andavano in amore, e però gli uomini fuggivano innanzi, e le femmine dietro a loro. Di questo dimandò la sera, dov’ei albergò con que’ pastori, che gli fecero onore di latte, di grano, alesso con sale e carne. Rispose un di loro: — Il leone fugge per vergogna di combattere con sì vil cosa com’è la femmina, per questo si può comprendere la franchezza del leone e il suo senno». Ancora disse che certi lioncelli giovinetti si erano alcuna volta veduti volgere alle donne, e come i leoni grandi li avevano morsicati e fatti fuggire per questo folto e oscuro bosco, acciò non si volgessero a sì fragile cosa, com’è la femmina nell’umana natura. La mattina tolto commiato, il Guerino partì verso la