il mare arenoso. Dissero che molto sono peggiori queste fiere disvariate che non sono tutte quelle altre, e dissero che se queste trasvariate facessero frutto, per tutto il paese non si potrebbe abitare. Il Meschino si maravigliava come non generassero; e dissero che i muli nascevano di asina e di cavallo, e dell’asino nasceva gran caldezza, e che la natura vien alchimiata come fa l’argento vivo, che per forza di solfari naturali fa oro, argento, rame, ferro, stagno, piombo, ed è puro argento vivo; volendo tramutare un di questi metalli in un altro, secondo la natura non può di piombo far oro nè rame, nè di rame, stagno, nè di stagno ferro, e così degli altri. Però quelli che nascono non generano insieme l’argento ed il piombo, ed ognuno luce, ma l’un non si può saldare perchè il piombo non dura al fuoco. Poi gli dissero della moltitudine dei serpenti ch’erano per questi paesi, pregandolo che andasse per mare. Rispose il Meschino: — Dall’onde del mare non vi è riparo alcuno, però voglio piuttosto combatter con bestie che con il mare. — Noi sappiamo la via, anderemo sicuri per grazia di dio Apollo». Rispose il Meschino: — Sì voi, ma non io». E le guide non intesero; perchè non voleva andar in grazia di Apollo loro dio, ma con la grazia di N. S. Gesù Cristo, e così passando per molti di questi paesi e villaggi arrivò sopra un gran lago chiamato Mediterraneo. Albergarono con certi paesani che dissero come quella era l’ultima terra d’Egitto e di Renoica, che è insino a una città detta Marati, la quale era sopra un lago detto Torensoli. Erano per duecento miglia deserti di serpenti e di selve, e quel lago era un braccio del deserto della Libia che giunge fino al mare Oceano, il qual mare è fra Alessandria e la Morea. Quello è quello che dice Lucano che passò Catone. Appresso questo lago è un’altra città grossa chiamata Amones, ed in mezzo a queste due città è un’alta montagna che si chiama Grasmar. Ancora disse che questo lago era da lungi del mare Oceano cento miglia, e che sul mare è una città ch’era la prima che si trovasse nella Morea, detta Porto Pelonas, ed era buon porto presso Alessandria trecento miglia. Sonovi molti porti in mezzo, ma non sono abitati di città nè di castella, sebbene sono alcuni che hanno certi vil-