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CAPITOLO XX.


Il Meschino, dopo superato il pericolo d’essere distrutto per invidia, parte ed arriva in Alessandria.


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ssendo tornata la gente del Soldano in Egitto, ricevette Guerino lettera della sua giurata sposa, che mandogli a dire che la promessa gli sarebbe attenduta, e se le donne saracene manteneano sacramento e fede, i cavalieri Cristiani così dovevano fare. Ei ne parlò col re di Polismagna, e tanto gli parve ferma e buona la fede del Meschino, che secretamente volle che il battezzasse, dicendo, come conoscea la loro fede essere falsa, e pregollo lo volesse tenere celato, perchè il Soldano l’avrebbe fatto morire. Questo fu uno dei beni ch’ei fece in Egitto, e la festa fu grande e durò molti dì e furono fatte per i buffoni molte disoneste cose, che il tacerlo è bello, facendo giostre e torneamenti ed altre allegrezze. Compite le feste, fecero gran consiglio, più per distruzione di Guerino che per altra cagione, come fa l’invidia del mondo, al quale consiglio fu il re di Polismagna, che dissegli poi come il parlamento era fatto in questa forma. Radunato il consiglio di trenta signori, cominciò il re Albanico di Morea: — Pongasi mente a questo Cristiano che ha vinto gli Arabi, che potrebbe esser venuto in questi paesi per disfar i Saraceni: sa-