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capitolo xvii. 169

vano senza ragione regnato. Il Meschino mandò a dir loro, che si accordassero fra tre giorni, e che se non si volessero accordare sarieno tutti morti a fil di spada. Il secondo dì s’accordarono, ed egli perdonò a tutti, salvo che ai principali ch’erano stati cagione del male. Andò al prete Janni a dirgli se voleva, ch’egli entrasse nel regno de’ Cinamoni, il quale rispose, che questa cosa rimetteva a lui. Il Meschino non volle distrugger sì belli paesi, ma mandò per tutto il reame de’ Cinamoni, per quelli che avevano consentito alla ribellione contro il prete Janni e far signor Galafar, e molti fece decollare, ed a tutti quelli che avevano ubbidito per forza perdonò, e mise rettori per tutti quei paesi. Non hanno i Cinamoni altro che cinque città, e pel loro paese vi sono selve, boschi, lagune, montagne, infiniti fiumi d’acque, e abitavano dragoni, serpenti, tigri velenosi, elefanti selvatici, leopardi, leoni, babuini, scimie, e vi sono molte regioni di uccelli, fastidiosi e puzzolenti. Queste genti sono uomini grandi, e gente grossolana, che domano elefanti, e li domano in questo modo. Quando gli elefanti dormono stanno dritti appoggiati a un arbore, i Cinamoni segan l’arbore appresso terra, e non lo segano tutto e quando gli elefanti s’appoggiano, l’arbore casca, e cascano gli elefanti. Poi non si ponno drizzare, perchè non hanno giuntura nelle gambe nè ne’ ginocchi, perciò i Cinamoni drizzano gli elefanti, e poichè li han legati li menano alla loro stanza, e un solo dà da mangiare ad essi, e ogni volta che dà loro da mangiare, li carica di molte bastonate, e fa questo un mese. Poi un altro comincia a venir all’elefante senza fargli male, ma quel di prima fa vista di dargli, e quello caccialo via; e dura un altro mese. L’elefante pone tanto amor al secondo, perchè lo difende che si lascia trascinare da colui come vuole. Il Meschino stette in questa città di Gaconia due mesi, poi ritornò a Dragonda, dove era il prete Janni, e fugli fatto grande onore, e non come capitano, ma come signore.

Ritornato il Meschino con l’oste a Dragonda, il terzo giorno si radunò il consiglio, e trattossi in quel dì rimeritare il Meschino della vittoria ricevuta, nel qual consiglio ebbe per invidia molti contra di lui, secondo che da’ suoi amici