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capitolo xvii. 167

ma il Meschino gli diede una punta in gola, ed un poco lo ferì. Allora Galafar adirato lo assalì, il Meschino assalì lui; e dieronsi due gran colpi; e Galafar, divise in due parti lo scudo a Guerino, ed egli a Galafar menò un colpo che gli levò un gran pezzo dello scudo, e il cavallo trasportollo. Quando Galafar vide di non lo aver ucciso si volse a Guerino, e menogli un colpo che tagliò il cavallo di Guerino a traverso; il cavallo di Galafar urtò quello di Guerino, e gli uomini, e i cavalli andarono in un monte, quello di Galafar traendo gran copia di calci. Disse Guerino, presto gli provvederò: e volendo montare a cavallo Galafar, subito Guerino, che non fuggisse se montava a cavallo, tagliò una gamba al cavallo, e rimasero tutti e due a piedi, e ricominciarono la battaglia; ma Galafar perdeva molto sangue per la ferita del petto e della gola. Guerino non era ferito per le buone armi ch’egli aveva, niente di meno Galafar menava maggiori colpi, e aveva più forza: ma Guerino era più destro nell’arme. Se Guerino non si fosse guardato da’ suoi colpi certo l’averebbe ucciso, poco sapeva dell’artificio delle armi, ma si fidava tutto nella forza. Guerino combattendo gli disse: «O franco Galafar renditi al prete Janni, e io ti prometto ch’ei ti perdonerà del fallo che tu hai fatto, non dubitare ch’egli è tanto benigno Signore, che se tu gli dimandi perdonanza, benignamente ti perdonerà». Galafar montò in superbia come il villano, e credette che il Meschino dicesse queste parole per paura ch’egli avesse: tanto quanto lo pregava, tanto più s’insuperbiva, perchè non aveva in sè ragione, e gridò verso il Meschino, in arabesco, che non voleva pace con lui nè col suo Signore, ed il Meschino in arabesco gli rispose. Galafar prese a due mani la spada, la menò verso il Meschino, e diedegli sullo scudo. Il Meschino gli menò la spada per traverso, e la fortuna non volle che lo ferisse; ma diede della spada in quella di Galafar, e tagliolla quasi fin a mezzo. Galafar con quel pezzo di spada avanzata diede nel petto al Meschino, e volle andargli addosso, ma il Meschino con la punta lo teneva scostato da lui, ed ei corso verso il suo cavallo, tolse dall’arcione una mazza ferrata, con tre catene di ferro, e ogni catena aveva una pallotta di metallo appiccata. Dice il Meschino, che