venne novella che la città di Gaconia era stata presa e uccisa quanta gente vi era dentro, grandi e piccoli, e avevano fatto un signor chiamato Galafar, che era il più forte che fosse tra loro. Quella novella aggiunse paura sopra paura, ma il Meschino confortava il prete Janni tanto ch’ei prese speranza di vittoria, e fecelo capitano di tutta la sua gente. E per farlo da tutti ubbidire si cavò un anello di dito in presenza di tutti i capitani, e lo mise in dito al Meschino, e comandogli che fosse ubbidito come la sua persona, e fu messo sopra un carro che pareva tutto d’oro, e fu menato per tutta la città facendo festa, e tutta la gente d’arme da cavallo, e da piedi seguitando il carro con le bandiere, ch’eran messe sopra, e tutti gli istrumenti, come era usanza per il nuovo capitano, facevagli quella riverenza che esigeva il prete Janni. Ritornato al palazzo il Meschino come capitano comandò che s’apparecchiasse quel che faceva mestiero al fatto d’arme, e dimandò molto della condizione dei Cinamoni, e sentendo che gente era, ordinò molti arcieri, e alcune balestre ma poche, molte saette e molto medicame da avvelenare il saettume, onde in poco tempo radunata gran gente e provvisto a tutto questo che bisognava per andar al campo, andò sopra la riva del Nilo, e quivi fece la mostra, e trovaronsi duecentomila tra a cavallo ed a piedi. Di tutta questa gente tolse il Meschino cento mila e non più; cioè tutti quelli della montagna di Camerata più franca gente da battaglia che gli altri. Con questi, e con la grazia di Dio si partì dalla città di Dragonda e con la benedizione del prete Janni, e su per le rive del fiume Nilo andò cinque giorni, e trovò una gran città chiamata Aurona. Il prete Janni stava il più del tempo in questa città. Quando il Meschino vide la città inestimabile, e i casamenti del prete Janni, si fece beffe della Grecia, di Soria, d’Italia, d’Europa, di Egitto e di Africa; perchè non vide mai i più belli casamenti nè città, e tanto ricchi uomini di ricchezze mondane e temporali, e gente che conservasse meglio la sua fede, che persona dell’universo mondo. E non trovò mai la più virtuosa gente, nimica delle bugie, e son tenuti molto peggiori i bugiardi, che in Grecia gli usurari, e non sanno che cosa sia usura, e gran giustizia fanno de’ malfattori, e massimamente