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sua generazione, e giurò sopra la santa sepoltura di attendere la promissione di Antinisca, e che la farebbe cristiana.

Poi si partì di Gerusalemme, vide il monte Libano ed il monte Calvario, passò Palestina e Ascalona, che allora era nella città; poi prese la Rufa, poi un’altra città chiamata Brofeta, e così di tutta Soria scacciò i Turchi. Essendo a Brofeta, comandò che tutta la gente persiana e tutto l’oste tornasse indietro, e li rimandò pregando i baroni che lo raccomandassero all’Almansore soldano di Persia, e lagrimando montò a cavallo tutto armato, e soletto si partì di Brofeta, e andò al monte Sinai.

Avendo patito cinque dì gran necessità d’acqua, ne cominciò a trovar verso il monte Sinai, ed essendo smontato per rinfrescarsi vide uscir d’un vallone dove correva l’acqua, un uomo armato di corame cotto, che aveva uno scudo al braccio, ed un gran bastone in mano, e gridò: «sta saldo, cavaliero, se no tu sarai morto per mia fè». Disse il Guerino: «Per uomo morto non mi voglio rendere», e prestamente imbracciò lo scudo, e prese la lancia sotto mano, e voltossi contra costui, il quale era grande e di fortezza smisurata, e menò il bastone per dargli su la testa; ma il Guerino gli ruppe la lancia sullo scudo, e tagliogli ambe le braccia, e le mani rimasero attaccate al bastone. Quando il gigante si vide tagliate le braccia, si volse per fuggire, ma il Guerino si era avveduto del fatto, e si mise addosso di lui, e diedegli un colpo nella coscia diritta che la tagliò ben mezza, per modo ch’egli cadde, e nel cader gittò un gran grido. Il Guerino gli levò il capo dalle spalle; ed appena l’aveva ucciso che un altro simile a quello uscì dal medesimo vallone, e con gran minaccie assalì il Guerino.

Aveva egli nella mano manca un gran bastone ferrato, e nella diritta due dardi, e quando giunse al Guerino lanciogli un dardo, ficcoglielo nello scudo fino all’usbergo, e subito pigliò l’altro, ed il Meschino stava avvisato non senza gran paura, perchè costui pareva di maggiore grandezza e possanza del primo. Il Saraceno mise una voce e disse: «Se tutti gli dèi ti volessero campare non potrebbero, poichè hai ucciso il mio compagno». Il Guerino non gli rispose, ma accostossi a lui coperto dello scudo. Poichè il Saraceno vide il tempo opportuno lanciò il dardo nello scudo del Guerino, glielo passò, e gli venne appresso