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seconda sede apostolica dopo San Pietro di Roma e prima di San Giovanni di Efeso venne quella chiesa da lui innalzata. In questo mezzo gli Africani passarono in Italia invadendo il reame di Puglia e di Calabria, e prendendolo quasi tutto verso la marina cominciando da Risa, terra posta sul Faro di Messina. Correvano qua e là guastando città e campagne, le persone uccidendo, e facendo ad ogni mal modo la guerra, quando Carlomagno re di Francia si mosse con tutti i Cristiani d’Europa, e passarono in Italia contro gli Affricani. In questa spedizione fuvvi il duca di Borgogna, nemicissimo a Carlo, e nominato Gerardo di Fiandra, il detto da Fratta, con quattro figliuoli e due nipoti. I quattro figliuoli erano i sopraddetti Riniero o Ranieri, Arnaldo, Guiscardo e Milone. I primi due Gerardo fece cavalieri in Borgogna, e i due ultimi furono da Carlomagno fatti cavalieri in Aspramonte. Gli Affricani aveano morti tutti i signori di Puglia, di Calabria, e del principato di Taranto, per la qual cosa venuti con essi a battaglia i Cristiani, ne fecero la più terribile vendetta menando a ferro e fuoco tutto l’esercito degli Infedeli. Poichè furon vinti gli Affricani, morto il re Agolante, che era il maggiore dell’oste loro, e morto il suo figliuolo Almonte colla maggior parte dei re che vennero con loro, il re Carlo ritornossene in Francia vittorioso. Ivi appena giunto ebbe a soffrire un’asprissima guerra con Gerardo, nella quale perdette molti nobili signori, fra’ quali don Chiaro e don Buoso nipoti di Gerardo, Balante Veraquino e Roccetto vassallo di Grifon di Parigi con moltissimi altri. Morto Gerardo, Carlomagno mandò al governo di Napoli, liberata dai Mori, i due figliuoli di lui Guiscardo e Milone. Quelli del regno li ricevettero con gran festa, ed incoronarono Guiscardo a re di Puglia, e Milone a principe di Taranto, del quale nacque poi il Meschino, alla cui istoria è consacrato questo libro.

Questi due fratelli governarono in pace cinque anni, molto amati nel loro regime dai sudditi loro; ma l’ambizione e l’invidia li cominciò poi a tentare di maggior signoria.

Essendo Milone principe di Taranto, voltò l’animo a Durazzo in Albania, conciossiachè avesse inteso che colà regnavano due fratelli turchi, l’uno chiamato Napar, e Madar l’altro, non molto possenti di gente, e che avevano essi una sorella nominata Fenisia,