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146 | guerino. |
mentre che seguiva la battaglia, disse Personico a certi Persiani: «Per certo onore non si acquista, nè per dormire, nè per fuggire, ma per forza d’arme con gran sollecitudine e fatica, ed io cercherò, diceva egli, e con le mie mani ucciderò un figliuolo del re Galismarte», e correndo per il campo gridando e dimandando s’attaccò con Pantaleone, e insieme gran battaglia cominciarono. Pantaleone percosse Personico, e ferito gittollo a terra da cavallo, poi andò verso Guerino, il quale veniva da uccidergli il fratello Grandonio, e diedegli gran colpi credendo tagliarlo a pezzi; ma Guerino si volse a lui, e adirato menogli un gran colpo sopra la spalla manca che gli mise la spada fin alla mammella, e subito cadde morto per terra. Morto Pantaleone, i Persiani seguendo la battaglia ebbero trionfale vittoria.
Poichè i Persiani ebbero ottenuto la vittoria, molti vennero al lor capitano, ed andarono nella città facendo allegrezza della ricevuta vittoria. Guerino del tesoro di Galismarte molto ne donò a molti signori, specialmente all’oste chiamato Amigian, ed a Moretto suo figliuolo; e fece molti con la sua mano cavalieri. Mandò una reale ambasciata al Soldano, significandogli la vittoria ricevuta, e quello che gli pareva che si facesse, pregandolo, che la città e il reame si rendesse alla bella Antinisca. Poi dimandò che gli fosse mandato cinquanta mila cavalieri, con i quali tutta la Soria sino a Damasco torrebbe, cacciando i Turchi d’ogni parte. Dopo di questo Guerino comandò a quelli del paese che attendessero a far consumar i corpi morti, e che i corpi del re Galismarte e de’ suoi figliuoli fossero onorati di sepolture, e tutti gli altri re de’ Turchi e dei Persiani fossero seppelliti, e gli altri fossero consumati nel fuoco, acciò non corrompessero l’aere, e così fu fatto. Fu presentato a Guerino gran quantità di tesoro che era stato del re Galismarte; egli lo prese, e fece venir a sè tutti i baroni, e loro dimandò di chi era quel tesoro, risposero che era suo; egli disse: «Io non ho cercato oro, nè argento, nè altre ricchezze; solamente cerco onore, e grazie dagli dèi», e comandò che fosse partito tra quelli dell’oste. Alcuni signori dissero che sarebbe stato meglio aver mandato quel tesoro al Soldano, ma Guerino dis-