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144 | guerino. |
spiato tutte le cose de’ Turchi. Appresso comandò nella mattina seguente che tutta la gente uscisse fuori della città senza alcun carriaggio, e lasciò dentro lo stesso Parvidas e i cittadini; il Moretto poi uscì dalla terra, e fece serrar le porte e gettar fuori le chiavi delle medesime, e portar appresso alle bandiere. Disse a molti nel campo che aveva fatto quello acciò alcuno non pensasse di fuggir nella città. Poi ordinò le sue schiere per combattere.
Benchè l’animo nostro sia desideroso di molte cose, nondimeno ne brama solamente una, e quando questa viene non si desidera più, e questo è l’ultimo bene il quale, ognuno giunto ad averlo, ha saziato l’animo del suo desiderio. Ma per queste cose mondane molti desiderano cose che intorbidano non tanto l’ultimo bene, ma questi beni vili corporali perturbano, e di ciò l’esempio era nell’oste dei Persiani. Un barone chiamato Tenaur, il quale abbiamo in più parti nominato, o che lo facesse per invidia, o per superbia, o per tirannia, o per ira, o desiderando signoria, non lo so, cominciò a biasimar il capitano, e per molte cose che faceva di sua volontà, e senza consiglio; ed aggiungeva che s’egli avesse avuto la signoria del capitano sopra i Persiani, avrebbe vinto i Turchi. Queste cose furono riportate al Guerino, e per questo il fece capitano della prima schiera, e gli diede cinquanta mila Persiani, i più disutili, e mise questa schiera per perduta. La seconda la diede a Personico nipote dell’Almansore, e al re Arabismonte, ed al re Dodano con cinquanta mila. La terza tolse Guerino per sè, e furono dieci mila, e comandò che nell’oste de’ Turchi entrassero destramente. Il re Galismarte fece tre schiere, la prima diede a Grandonio e Pantaleone con sessanta mila, la seconda la diede a Melidonio e Utinafar, ciascuna schiera aveva cinque re di corona, l’ultima fu il resto della sua gente. E fece comandamento che una schiera andasse dietro all’altra, e si affrettasse a combattere, acciocchè la battaglia durasse poco, e niuno non restasse prigione; con questa superbia e furia si mosse, e facevano i Turchi sì gran rumore, che Tenaur capitano della prima schiera dei Persiani ebbe sì gran paura, che si volle ritirar indietro, se non fosse stato un Persiano che gli