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capitolo xiv. 141

molto sopra quel corpo, giurando quattro suoi figliuoli la morte di Guerino per vendetta del padre, e così giurarono molti baroni che erano in sala. E subito dopo si fecero ad ordinare le schiere, le quali il re Galismarte comandò che la mattina seguente cavalcassero verso Darida sulle rive del fiume Ulione, e per la fretta del cavalcare non lasciò nella città alcuna guardia.

Tutte queste cose vide Guerino, e partito dalla corte andò a casa di Parvidas, e pregollo che gli facesse avere un buon cavallo, perchè il suo era morto per la via, e donogli l’altro gioiello più bello che il primo. Queste due gioie erano due pietre preziose che alcuni chiamano rubini, ed alcuni carbonchi. Poscia ritornò dall’oste suo albergatore. Parvidas comprò un grosso cavallo, e la sera glielo mandò, e poco dopo venne egli stesso. Allora il capitano Guerino tenne secreto consiglio con Parvidas e l’oste, e disse loro: «Fratelli miei, voi vedete che la città di Persepoli rimane sfornita di gente, e se il capitano de’ Persiani a cui voglio ora tornare, sentirà questo, che l’oste dei Turchi va verso Darida costeggiando il fiume, egli verrà tanto alla larga dal fiume che essi non se ne avvedranno, e non trovata la gente de’ Turchi verranno a pigliar la città; se egli viene mi dice il cuore che questa città si volterà, e darassi al Soldano. Sappiate, che se questa città si ribella ai Turchi, il re Galismarte rimane disfatto». Disse Parvidas: «Ne aiuti Maometto, nostro iddio, e ne dia tanta grazia che se vediamo una sola bandiera del Soldano di Persia nostro Almansore, tutti quelli di Persepoli gli daranno le terre». Guerino si allegrò di quella risposta, e disse: «Come tornerò dal mio signore, se non so la via costeggiando il fiume?» Disse l’oste: «Io ho un figliuolo che sa tutte le vie di questo paese, egli verrà con voi» e fecelo chiamare. Questo giovane era bello di persona, di anni venticinque, ed aveva nome Moretto: con lui si partì, quando fu mezzanotte, armato delle sue armi. Parvidas poi, e l’oste parlarono a’ suoi amici dell’accaduto, ed aspettavano che la gente venisse alla città per uscir di mano de’ Turchi.

Ognuno dovrebbe essere sollecito nel governo di quelli che hanno a condur gente, ed a farsi obbedire, e domar il nemico