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e andò a Finistauro, perchè non fuggisse e facesse più guerra. In questo frattempo la vittoria de’ Persiani fu grande e la ruberia del campo, e raccolti i signori persiani insieme ebbero grande allegrezza della vittoria, e gran dolore del capitano, pensando che senza lui non potevano sottometter appieno i loro nemici. Molto lodavano la sua prodezza, e le prove che egli aveva fatto, dicendo che trattava con gli dèi immortali, e specialmente con Apollo che l’aveva aiutato nella battaglia, e accampati parte dentro di Darida e parte di fuora per sicurezza della gente, aspettavano il loro capitano.

Seguitando il Guerino la fuga di Finistauro, giunse al fiume Ulion, e vide le pedate del suo cavallo, e che un solo cavallo era passato. E pregò Dio che gli desse grazia di trovare suo padre, e che gli accordasse vittoria contro Finistauro nemico della fede cristiana. E sforzandosi di cavalcar per raggiungerlo, nel tramontare del sole giunse dove il fiume aveva fatto una ghiaia; vide sulla riva un cavaliero che si rinfrescava coll’acqua del fiume, dicendo: «Che dirà il re Galismarte della mia perdita? che diranno Grandonio, Pantaleon, Utinafer e Melidonio, e tuttti i franchi signori di Turchia e di Soria?»

Mentre quello piangeva, giunsc il Guerino, salutollo, e gli dimandò se era passato un cavaliero di là, nomato Finistauro, figliuolo del re Galismarte. E l’altro disse: — Perchè lo dimandi tu? — Per combattere con lui,» rispose Guerino. Disse Finistauro: — Chi sei tu che il domandi? Avresti tu tanto ardire di combattere con lui? Appena tanto ardire saria competente nel capitano de’ Persiani, il quale dice di esser figliuolo di Marte, Dio delle battaglie». Disse Guerino: — Sappi che io non sono figliuolo degli dèi, e son mortale come sei tu, poichè io sono il capitano dei Persiani. Ma tu chi sei? — Se tu mi lasci metter l’elmo! soggiunse l’altro». Allora il Guerino: — Se mi facessero signore di tutta la Soria, non potrebbero indurmi ad offenderti, se tu non fosti armato; ora francamente puoi palesarti. — Bene, rispose, io fui figliuolo del re Galismarte, ma ora nol sono più, poichè son vinto da sì vil gente qual sono i Persiani. — Dunque sei tu Finistauro?» Rispose egli di sì. — Ora metti l’elmo in testa, disse Guerino, e monta