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132 | guerino. |
Avendo il cavaliere compito il suo dire, ognuno sospirava, così il soldano come gli altri. Disse il Meschino che molto gli rincresceva di questa damigella, e udendo che non vi era alcun conforto nè speranza di aiuto, si levò in piedi, fece riverenza all’Almansore, e disse: «Per Maometto, questo è gran peccato, e pregovi pel dio Apollo, di cui io ho veduti gli alberi, che voi le diate aiuto». Egli rispose: «Se tu sapessi chi sono i Turchi e la gran signoria che hanno, tu non diresti così». Poi domandò a que’ cavalieri da quanto tempo i Turchi loro facevano la guerra. Risposero dopo che il re Astiladoro aveva perduto la battaglia a Costantinopoli, dove gli furono uccisi undici figliuoli per le mani di un cavaliere chiamato il Meschino, il quale fu già schiavo in quella città, e fu francato pel figliuolo di quell’imperatore, che aveva nome Alessandro. E convenne ai Turchi giurare di non far guerra ai Greci in fin che quell’imperatore viveva ed il figliuolo Alessandro; cominciarono allora la guerra col nostro re, per i paesi di Persia e d’Arabia. Il Guerino udendo queste parole disse all’Almansore di pregare quel cavaliero a dir tutta la novella che fu a Costantinopoli, se ei la sapeva. Il soldano, che tutt’ora mangiava, aderì alla domanda del Guerino, e il cavaliere cominciò a dire dal principio al fine della guerra che fece Astiladoro, la battaglia che fu nella bastia, e le gran prodezze fatte per quello che aveva nome il Meschino. Dopo questo il Meschino si levò, e disse ad alta voce: «O vero dio Apollo, quando avrò io la virtù in questo modo che ebbe questo Meschino? O grande Apollo fammi venir quella fama a cui giunse il Meschino». E da capo pregò il soldano ch’ei non abbandonasse la damigella. L’Almansore disse che col suo tesoro farebbe tornare il Turco indietro. Il Meschino levatosi dritto gridò: «Pel viaggio che ho fatto mi vanto di essere capitano di questa damigella contro i Turchi, coll’aiuto del soldano di Persia. Quando i baroni videro l’ardente faccia di Guerino, tutti presero ardire, e gridarono di andar coraggiosamente contra i Turchi. L’Almansore voleva mandare ambasciatori in Babilonia e nell’India per dimandare soccorso. Il Guerino disse che non faceva bisogno del soccorso se essi vincevano, e se la fortuna non fosse loro stata prospera, poter