noi conoscere le cose e luoghi dove non possiamo noi andare se non per la morte? Però è detto beato quello che raffrena la lingua ed è discreto nel parlare di ciò che non sa e non può conoscere». Dette queste parole si fece l’Almansore appresso di lui, fecelo seder al suo lato un gradino più abbasso, e compartigli grandi onori. Il Meschino gli dimandò la grazia di vedere l’arca di Maometto e la sua Moschea. L’Almansore accennò col capo di sì, e nella seguente mattina comandò che fossero apparecchiati i sacerdoti per far riverenza all’arca di Maometto1.
- ↑ L’autore si tiene alla volgare opinione che Maometto sia stato sepolto nella Mecca, quando invece lo fu a Medina. Non sarà discaro a’ miei leggitori leggere quanto di questo tempio e del sepolcro di Maometto scrisse, Gabrielle Bremont circa il 1700 nella sua opera: Descrittioni esatte dell’Egitto superiore et inferiore, lib. 1, c. 30. «Questo tempio, egli dice, è fabbricato come quello di Gerusalemme, non così bello ma ricchissimo; tutto coperto di marmi fini come diaspro verde, lapislazzoli, ed abbondanza di agate, ed in più luoghi lastre d’oro d’argento, in particolare nelle congiunture più riguardevoli. Si dice per certo che vi siano ventimila lampade da accendere, mentre vi sono i pellegrini; e molti vasi in cui fanno ardere odori aromatici. Il sepolcro di Maometto è una cappella fatta in forma di torretta o fabbrica tonda, con una cupola che i maomettani chiamano Turbè. Quest’edifizio dal mezzo in su verso la cupola è aperta, e all’intorno vi è una piccola galleria o ringhiera: la muraglia è piena di quantità di finestre che hanno gelosie d’argento. La parte inferiore della torretta è apparata, e arricchita d’oro e gioie, sopra tutto dove risponde la testa del sepolcro, di valore inestimabile, mandate dai principi maomettani in tanti secoli.... La porta per dove s’entra alla galleria è d’argento, e così quella per la quale s’entra nel Turbè, ove si scendono alcuni scalini per andare al sepolcro. I pellegrini non vedono questo sepolcro perchè è chiuso, e vi bisogna la chiave d’oro per iscendervi: e non lo possono vedere che per la galleria, essendo coperto per ogni lato dal padiglione ed altri ornamenti. Ma, passata la folla, quei che risiedono in Medina, per favore lo possono vedere ed entrarvi.... È questo sepolcro di pietre concie, rivestite di marmi finissimi, posato nel mezzo di questa torre a terreno piano, lungo sette piedi, largo quattro, avendo verso la testa una colonna di diaspro scannellata, sopra la quale vi è un turbante verde, e verso i piedi vi è un’altra simile; e su questa continuamente si abbruciano odori soavissimi, come balsamo e legno di aloe. Sopra questo sepolcro, verso il suo mezzo, vi è un pezzo di marmo che si leva segretamente, e sotto di esso è un forame, per cui può passare un braccio e un cereo acceso, per vedere dentro una testa di morto che non ha che quattro denti. L’osso d’una coscia, e gamba, ed alcune vertebre tarlate stanno separatamente; e questo è il residuo del corpo di Maometto. Vi sono attorno al gran sepolcro più lampade d’argento che ardono notte e giorno: e sopra un baldacchino d’oro ricamato di perle, e sotto di esso sopra il sepolcro, si pone il padiglione, che a tale effetto si porta ogn’anno da Damasco, riportandosi il vecchio al Gran Signore. Dal lato di mezzogiorno, nel muro sotto la galleria, che sporge in fuori per reggere la balaustrata, v’è una pietra di calamita, grossa tre dita, di due piedi in quadro, la quale è attaccata con quattro grossi rampini d’argento; e sotto