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CAPITOLO XI.


Le imprese del Meschino a Tigliafa.


II

l Meschino nella città di Tigliafa ebbe grande onore, e venne alloggiato in uno de’ più belli casamenti della città, ove molti cittadini il visitavano con presenti e cortesie. Chiesero essi alle guide della condizione di lui, e queste esaltarono al maggior segno la sua franchezza e l’ardire, mostrando quanto in fatto d’armi era gagliardo, e come era Cristiano. Si mandò a visitarlo un capitano di guerra per nome Cariscopo, il quale era dell’Arabia Felice, d’una città nomata Iuba, e fattosi cristiano era divenuto valente uomo d’arme. Giunto questi al Meschino, gli fu cortese di grande onoranza, e si fe’ a parlargli per interprete, credendo di non essere inteso da lui; ma quando intese parlare arabo il Meschino, cominciò a parlare arabo egli stesso. Il Meschino lo ricercò di molte cose, s’egli era Cristiano, donde era, e quel che andava cercando. Cariscopo rispose tutto ciò che si conveniva, e quando disse il tutto, lagrimò e disse: «Prego Dio che mi dia vittoria dei nemici di questa città; che se noi vinceremo, ti prometto farti compagnia infino agli Alberi del Sole, imperciocchè egli conviene andar molto più forte che per la via, che sei venuto». Dopo