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capitolo x. 97

Queste montagne, che voi vedete, sono verso le parti fredde chiamate monti Masarpi, e son maggiori di tutte le montagne del mondo, tutta la terra abitata e disabitata non avendo maggiori alpi di questa, imperciocchè hanno esse il principio nella più erta Tartaria, e finiscono al mar Caspio in Media andando verso ostro. Voi le vedeste per diverse parti queste grandissime alpi, le quali sono le montagne dove Alessandro fece serrar la bocca di questi tre giri di monti1. Dicono molti che egli serrò dentro di esse le tribù d’Israele, perchè le trovò estranee da tutta l’altra umana generazione. Ma questo non è vero, perchè Alessandro visse molte centinaia d’anni innanzi che i Giudei perdessero il regno di Gerusalemme. Quel che è verissimo, Alessandro vi serrò i Tartari senza legge, e poi li murò dentro in questa forma. Fece quindi cercare qual era il Dio sopra tutte le cose, e gli fu risposto essere il Dio d’Israele, epperò la notte seguente vide Dio padre. Allora egli pregò il Dio d’Israele che se egli era Dio sopra tutti gli altri Dei, comandasse a quelle montagne che si serrassero. Per la qual cosa l’altra mattina vide tutte le montagne serrate per virtù di Dio, e per segno ch’egli

  1. Vedi quanto sopra si è detto intorno al Caucaso. In queste montagne la tradizione favolosa dei primi popoli pone i giganti. Due cose meritano la nostra attenzione, la favolosa geografia sparsa qua e là nei romanzi del medio evo, comune a tutti i popoli nascenti, e come ogni nazione prende i principj dai diluvj insieme e dai giganti, come la greca e la sacra istoria pienamente dimostrano. Di giganti siffatti fu sparsa la terra dopo il diluvio, e i filosofi ce li mostrano anche nella vecchia storia d’Italia, chiamando figliuoli della terra i popoli antichissimi dell’Italia detti Aborigini. Cesare e Tacito parlano della gigantesca statura degli antichi Germani. Procopio la riferisce anche a’ Goti, e molti altri ad alcuni Americani che si credono presso lo stretto di Magaglianes. De’ quali giganti si sono trovati sopra i monti i vasti teschi e le ossa d’una sformata grandezza, la quale poi con le volgari tradizioni si alterò all’eccesso. A questo riguardo, da quanto dice Vico nella sua Scienza Nuova, appare che essi erano uomini di più ferina e bestiale educazione degli altri, mostrando come gli Ebrei con la pulita educazione e col timore di Dio e de’ padri abbiano durato nella loro giusta statura, all’incontro degli autori delle nazioni gentili che furono tutti giganti. Ed è da questi uomini stupidi, insensati, ed orribili bestioni, ovvero dall’età dei giganti che incomincia ogni storia umana, che comincia la greca storia come quella del medio evo, avendo questa come quella la sua favolosa età degli eroi, quella tramandata fino a noi da Omero, e questa conservata nella storia di Turpino, come un poema omerico da Vico stesso appellato. Dopo quest’osservazione parrà pienamente quanto utile sia l’investigare i nostri tempi oscuri, i quali racchiudono molta sapienza, e sono sorgente di grandi cognizioni a chi s’addentra nella filosofia dell’umano progredimento.