Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/104

70 guerino.

troverai selve selvaggie ed asprissime, e molti crudelissimi Macabei giganti».

Al Meschino piacque molto il consiglio dell’Armeno; così e’ si partirono togliendo con loro pecore, agnelli e castagne, per aver che mangiare per la via. La notte seguente passarono il fiume Daria camminando su per il ghiaccio; e dopo partitisi dalla montagna e passato il fiume, e camminato cinque buone giornate, giunsero ad un altro fiume che fa l’isola della bassa Tartaria, il quale non s’agghiaccia come fanno quelli altri due che vengono dai monti

    durano eterni i ghiacci, dove che sotto i ghiacci si estendono fertili campagne e praterie ridenti coperte d’ulivo, di cipressi, datteri e fichi, e che la famosa spedizione degli Argonauti, e la grande allegoria di Prometeo improntarono della più sublime ispirazione. Di questi antichi popoli abitatori nella regione Caucasia, conosciuta volgarmente sotto il nome delle sue principali provincie Giorgia e Circassia, e di cui i Tartari o Tatari fanno gran parte, molte grandi cose ci tramandarono le tradizioni; ed una principale è questa istoria di giganti. Gli annali mitologici dell’Oriente ci mostrano le balze del Caucaso popolate da dives, sorta di giganti che regnano sopra tutto il globo abitabile. E la greca mitologia deriva questo nome da Caucaso, pastore, il quale conducendo a pascere la sua greggia sul monte Nifate in Asia, fu ucciso da Saturno, ch’erasi in quel monte nascosto dopo la guerra dei giganti, per evitare l’effetto delle minaccie di Giove, il quale poi da quel monte lo precipitò nel Tartaro. Il padre degli Dèi per consacrare la memoria di quel pastore volle che quel monte togliesse il nome di Caucaso.
    La tradizione posa in questa montagna la famosa muraglia che orlava la cresta del Caucaso dal ponte Eusino al mar Caspio. Alcuni attribuirono ad Alessandro il Grande la costruzione d’un tal baloardo, quantunque non abbia egli mai veduto que’ luoghi. Ma agli uomini maravigliosi tutto quanto di più maraviglioso si può inventare si concede. Maometto istesso fa allusione al conquistatore di Macedonia parlando di questo muro, e di là appunto a questo riparo mette i discendenti di Gog e Magog, predestinati a devastare la terra poco innanzi la fine del mondo. Questi popoli crudeli deggiono esser gli Sciti-Meoti. Gli storici dell’Oriente dicono che gli Yadgug ed i Madgug, sono giganti di taglia ed altezza prodigiose con ugnoni e denti incisivi come gli animali carnivori, ed alle cui rapacità partecipano. Per questo Macabei sono chiamati dai due vocaboli Greci machi e kubesos pugna e vorax, come costretti ad essere continuamente in guerra per quella fame insaziabile del sangue umano, detti poi anche Cinomani, per deturparli maggiormente colle forme ed avidità del cane.
    Ma questi Antropofagi esistono realmente? Basti il dire che Marion, celebre viaggiatore francese, che visitò la nuova Zelanda nel 1770, dopo di aver vissuto più che un mese intiero famigliare con Tacury, capo di quegl’indigeni, fa dal medesimo sotto il pretesto di una festa tratto in un’imboscata e sterminato con molti de’ suoi. I Francesi accorsi alla vendetta de’ loro compagni, trovarono le vestigia più ributtanti del furore col quale avevano que’ barbari divorate e rose le membra ancora palpitanti di coloro, cui poche ore prima abbracciavano come amici. Difatti i popoli della nuova Zelanda usano tagliare a pezzi i vinti nemici, anche quando non sono morti del tutto, di farli quindi arrostire e mangiarli fra molta allegrezza. E non ne abbiamo anche veduto fra noi di simili aberrazioni?

    La natura dilettasi talvolta di mostri!