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fu di stendere una rete di triangoli sui principali edifizi di Roma e dei dintorni, per determinarne colla maggior esattezza possibile la geografica posizione. L’illustre Linotte, ispettore de’ lavori idraulici nello stato pontificio, misurò la base, cioè il lato del primo triangolo: e le tre principali stazioni furono l’osservatorio, il casino dell’Aurora nella villa Ludovisi e la croce collocata sulla cupola di S. Pietro. Il Conti espose i risultamenti, a cui egli ed i suoi colleghi erano pervenuti, in un opuscolo pubblicato nel 1824 col titolo di Posizione geografica de’ principali luoghi di Roma e de’ suoi contorni.

Merita finalmente tra gli scritti del nostro astronomo peculiar menzione quella dotta memoria, inserita nel tomo XX degli atti della società italiana, in cui prende validamente a difendere una osservazione del celebre padre Audifredi domenicano sul passaggio di Venere, che il Pingrè aveva esaminato con poca giustezza, consigliando all’autore di sopprimerla totalmente1. Il Conti provò con molta dottrina che quel lavoro, in luogo di manifestare gli essenziali difetti che l’astronomo francese pretendea di avervi scoperto, meritava piuttosto l’attenzione e la stima di tutti gli scienziati.

Venuta nel 1824 l’università gregoriana e con essa la specola astronomica, per ordine del sommo pontefice Leone XII, in potere de’ padri gesuiti, il Conti passò gli ultimi anni di sua vita in onorevol riposo. Nè perciò si rimase di cooperare al progresso delle scienze, massimamente coll’intendere all’edu-

  1. Mémoires de l’acad. de Paris, 1765.