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voli ed esatti risultamenti, l’aggiungere alle tavole generali calcolate dal Leveque e da molti altri quelle del luogo dell’osservatore. E veramente il lavoro del Conti, mandato a stampa nel 1806, nulla lascia a desiderare per chiarezza e per precisione.

Ma già ad impresa più vasta egli ed i suoi compagni davano opera: e questa era la costruzione delle tavole di parallassi d’altezza e di longitudine: lavoro utilissimo, di cui gli stranieri calcolatori ben debbono a’ nostri saper grado per aver essi tanto agevolato una via e lunga e difficile. Nel fine delle tavole aggiunse il Conti il loro uso, qualora si calcolino le occultazioni delle fisse secondo il Metodo suggerito dal Carlini nelle effemeridi di Milano. Di questo metodo in una memoria pubblicata due anni dopo espose molti importanti applicazioni: mostrando come le occultazioni delle fisse dietro la luna fornissero un mezzo semplice ed esatto di calcolare le eclissi solari, quando non si conoscono le posizioni del lembo del sole nell’immersione e nell’emersione.

Appena questo scritto fu condotto a termine, egli dal nuovo strumento de’ passaggi ebbe materia di altro lavoro. Allontanate le due cagioni di errore, che con mezzi meccanici voglion correggersi nell’uso di quest’istromento, intese il Conti a costruire alcune tavole per determinarne la deviazione dal piano del meridiano: e mentre negli osservatorii sogliono collocarsi due mire, che si fanno corrispondere al filo di mezzo del micrometro, e da cui coll’aiuto del telescopio si deducono le deviazioni dell’istromento1, al Conti piacque piuttosto di deter-

  1. Biot. Traité d’astron. t. I.