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principe ereditario del trono in una delle principali corti d’Europa. Se non che ebbe egli a tanto affetto la ricompensa da lui bramata, quella cioè di esser corrisposto dall’amico con soavissima benevolenza. Laonde in questi due uomini chiarissimi trovossi assai ben avverato l’ammirabil detto di Tullio, che nell’animo deesi veder quasi l’immagine di se medesimo.

In sì felice unione poterono essi in pochi anni condurre a termine i più ardui lavori d’astronomia. Appena infatti l’osservatorio potè avere le principali macchine, il Conti ivi diessi a stabilire gli elementi necessari alle operazioni da eseguirsi. E conoscendo come principal cura di un astronomo dev’esser quella di determinare esattamente la latitudine del suo osservatorio, con un circolo moltiplicatore costruito in Parigi dal Bellet intese il Conti a quest’importante lavoro, servendosi delle stelle circumpolari α e δ dell’orsa minora. L’Oriani, che allora dimorava in Roma e che fu sempre legato di dolcissima amicizia col nostro astronomo, si occupò anch’egli di questo elemento, osservando nella medesima specola la polare ed il B dell’orsa minora ad un celebre circolo ripetitore di dodici pollici di diametro. Potè quindi il Conti paragonare il risultamento delle proprie osservazioni tanto con quello ottenuto dall’Oriani, quanto colla ultima cifra trovata dal Calandrelli in molte osservazioni fatte ad un settore zenitale del Boscovich: e così la latitudine dell’osservatorio venne fissata di 41.°53,’54,"32. Sicchè prese il Conti a dedurne una tavola, mediante la quale potesse ottenersi l’altezza e longitudine del nonagesimo: stimando co’ più illustri astronomi cosa essenzialissima, chi voglia aver più age-