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XVIII
ALL’AMICA INFERMA.
Odi, i momenti volano,
Odi una volta, e cedi.
Ohimè! gli Dii ti perdono
Se in Esculapio credi.
E l’erbe indarno, e i farmachi
In tuo favor prepara;
Tue labbra indarno chieggono
La pia corteccia amara.
Lasso! una Furia immobile
Veglia alle porte, e grida;
L’altre d’infami aconiti
Colman la tazza infida.