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Vanne, e trionfa: invidia
Impallidisca, e taccia:
Godi beata, e assiditi;
Io sederotti in faccia.
Acquisterà mie lagrime
La tua pietate a Dido:
Se a te dispiace, in odio
Sarammi il Teucro infido.
I sonni miei non turbano
Sdegnati il padre, e Giove;
Me, come Enea, non chiamano
Regni a mercarmi altrove.
Pur fosse ciò: non l’abbiano
I saldi fati a sdegno:
Tu mi saresti Italia,
Tu gloria a me, tu regno.