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A te le Grazie nutrono
Leggiadra amabil figlia:
Tu la marina Venere,
Ed essa Amor somiglia.
Deh prenda Amor medesimo
Le sue sembianze almeno;
Egli in sua vece positi
Soavemente in seno.
Già del nipote Ascanio
Finse così l’aspetto,
E non temuto incendio
Versò d’Elisa in petto.
Ed oh pietosa grandine,
Oh solitario speco!
In te....ma dove guidami,
Ahi lasso! un desir cieco?