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VI
LA FELICITÀ.
Dunque gli Dii non volsero
Le mie speranze in gioco:
Te dunque ancor che tacita
Pur arse il nostro foco.
Chiusi volea modestia
Quei cari labbri invano,
Che aprirli alfin compiacquesi
Amor di propria mano.
Tu m’ami: il tuo resistere
A torto alfin m’increbbe;
Esso alla mia vittoria
Pregio novello accrebbe.