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Le forme tue risplendono
Di non mortal bellezza;
Te sul fiorir non supera
La Dea di giovinezza.
V’è più, che in me l’ingiuria
Del non amarti aggravi?
Tu vanti onor domestici
Per venti etadi agli avi.
I Lari tuoi ridondano
Dei doni aurei di Pluto.
Là pallidi rispettano
Gli amanti un tuo rifiuto.
Ma che? le sorti ordirono
Immobile catena;
E da sorgente incognita
Piacer discende e pena.