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V

IL DESTINO.



Ch’io scenda all’artifizio
     Di mendicata scusa?
     Non posso: il volto ingenuo
     Col suo rossor m’accusa.
     
La tua lusinga è inutile,
     È tardo il tuo lamento.
     Tu l’esca a tanto incendio
     Negasti, ed ecco è spento.
     
Se d’importuno ostacolo
     Soverchio Amor s’offende,
     Dispiega i vanni instabili,
     Nè richiamato intende.