Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
22 |
V
IL DESTINO.
Ch’io scenda all’artifizio
Di mendicata scusa?
Non posso: il volto ingenuo
Col suo rossor m’accusa.
La tua lusinga è inutile,
È tardo il tuo lamento.
Tu l’esca a tanto incendio
Negasti, ed ecco è spento.
Se d’importuno ostacolo
Soverchio Amor s’offende,
Dispiega i vanni instabili,
Nè richiamato intende.