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Un antro solitario
     Nel tufo apriron l’acque,
     Forse che a’ dì più semplici
     Fu rozzo, e rozzo piacque.
     
Il vide arte, e sollecita
     Vi secondò natura:
     Teti di sua dovizia
     Vestì le opache mura.
     
Onde argentine in copia
     Dalla muscosa conca
     Versa tranquilla Najade
     Custode alla spelonca.
     
Spesso la Cipria Venere
     Ne’ spechi ermi s’assise,
     Quando del ciel dimentica
     Seguía pei monti Anchise.