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Le gole il cibo, e gli occhi il sonno chiude.
Ella passa, e il soggiorno
Tenta di Pluto, e il fatal dono chiede:
Ricusa i cibi, e al giorno
Da Proserpina riede.
     Deh qual ti mosse femminil disegno,
Psiche, ad aprir la chiusa urna fatale?
Là dell’ira immortale
Era il più orribil pegno,
Ed ecco un vapor nero
Uscía la cara a te luce togliendo,
E rendea l’alma al mal lasciato impero.
Ma vide Amor dall’alto,
Vide, e pietate il prese:
Sentì l’antica fiamma,
Ed obbliò le offese,
E a più beata sorte
La conservò da morte.
     E volgea ratto al sommo Olimpo l’ali,
E innanzi al Re, che i maggior Dii governa,
Narrò di Psiche e di sè stesso i mali,