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Tornò da’ freddi suoi vedovi altari
Te consigliando alla giurata guerra.
Ma la vendetta invano
Volgean gli occhi di Psiche.
Ardesti, e a te l’antiche
Arme cadean di mano.
     Vìttima incerta entro a funereo letto
Tradotta al monte, abbandonata, e pianta,
Giù per valli profonde in ricco tetto
Peso a un Zefiro amico ella scendea.
Là di sè in forse i vuoti dì vivea
Fra tema e speme a sconosciuto amante:
E tu le usate prove,
Terribil Nume, esercitar solevi
Sovra Nettuno e Giove;
Poi col favor dell’ombre
Ti raccogliea nella segreta reggia
Talamo aurato d’immortal lavoro.
Ivi alle tue fatiche
Offría dolce ristoro
Il molle sen di Psiche.