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atto quarto. 81
LAERTE.
E così io ho perduto un nobile padre, e veggo ridotta alle condizioni più disperate una sorella, le cui doti, se può lodarsi quello che più non è, vincevano tutto quello che può mostrare la nostra età... Ma verrà l’ora della vendetta.
RE.
Ciò non turbi i vostri sonni, né crediate che siamo composti di materia sì torpida da obliare un pericolo che ci fece tanto tremare.1 In breve udirete. Io amavo vostro padre, e me pure amo: con ciò immaginerete, io spero.... (Entra un messo.) Ebbene? Quali novelle?
MESSO.
Lettere, signore, del principe Amleto; questa per Vostra Maestà; questa per la regina.
RE.
Del principe Amleto? Chi le recò?
MESSO.
Certi marinai, signore, da quanto intesi; io non li vidi. Mi furon date da Claudio che li ricevè.
RE.
Laerte, tu ne udrai il contenuto. — Lasciateci (al messo che esce; quindi leggendo.) «Alto e potente signore, saprete che sono approdato ignudo nel vostro regno. Dimani impetrerò la grazia di vedere i vostri occhi regali, e allora, dopo implorato il vostro perdono, narrerò le cagioni del mio inaspettato e strano ritorno. Amleto.» Che significa ciò? Tornarono indietro tutti? O sarebbe qualche errore, e non vi sarebbe nulla di vero?
LAERTE.
Conoscete il carattere?
RE.
È di Amleto... «Ignudo...» e nella poscritta aggiunge «solo;» potreste dirmene qualche cosa?
LAERTE.
Mi ci perdo, signore. Ma lasciatelo venire: mi si infiamma il cuore pensando che potrò dirgli in faccia fosti tu che lo facesti.
RE.
Se la è cosi, Laerte... e come può o potrebbe essere diversamente?... Vuoi lasciarti guidare da me?
LAERTE.
Purché non mi consigliate la pace.
RE.
La pace con te stesso. Se è vero ch’ei ritorna stanco del viaggio e che non voglia più riprenderlo, saprò inspirargli il desiderio di tentare un’opera che mi va per la testa, per la quale soccomberà. La sua morte non ecciterà alcun scalpore: ed anche sua madre vi si rassegnerà e la riguarderà soltanto come un evento casuale.
LAERTE.
Signore, mi lascerò guidare, ma più volentieri anche se potete ordinare il disegno in modo ch’io ne divenga l’esecutore.
RE.
Avverrà appunto cosi. Dopo i vostri viaggi voi foste molto encomiato all’orecchio di Amleto per una dote che, si dice, possediate in grado superiore. Tutte le altre vostre qualità unite non hanno eccitato tanto la sua
  1. Che fece tremare fino i peli della nostra barba