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di sposarmi: e lo avrei fatto, lo giuro al sole, se tu non fossi venuta di per te nel mio letto.»

RE.
Da quanto tempo è in questo stato?
OFELIA.
Spero che tutto andrà bene. Dobbiamo aver pazienza; ma non so astenermi dal piangere, pensando che lo hanno deposto nella fredda terra. Mio fratello lo saprà, e così vi ringrazio del buon consiglio. Innanzi la mia carrozza! Buona notte, signore, buona notte, belle dame; buona notte, buona notte. (Esce.)
RE.
Seguitela da presso, tenetela ben d’occhio, ve ne scongiuro. (Esce Orazio.) Oh questo è il tossico di un profondo dolore cagionato dalla morte di suo padre. Oh Gertrude, Gertrude. quando i dolori ci vengono, non vengono sbandati, ma a legioni. Prima suo padre ucciso, poi vostro figlio partito: e fu egli stesso l’autore del suo giusto esiglio: il popolo quindi torbido, ammutinato e contumace che prende argomento a mormorare della morte del buon Polonio. Improvvido fu in noi il farlo seppellire segretamente.1 La povera Ofelia smarrisce la ragione, senza della quale noi non siamo che statue o bruti; da ultimo, e non è la più lieve cagione di timore, suo fratello è tornato occultamente dalla Francia e si pasce di novelle e si tiene ravvolto nelle nubi, nè i malcontenti mancano che bisbiglino al suo orecchio racconti bugiardi sulla morte di suo padre, accagionandone noi. Oh mia cara Gertrude, tutto ciò mi abbatte più che non sia necessario per dare la morte. (Rumore al di dentro.)
REGINA.
Oimè! Che strepito è questo!


Entra un Gentiluomo.

RE.
Dove sono i miei Svizzeri? Fate che custodiscano la porta. Che fu?
GENTILUOMO.
Salvatevi, signore. L’oceano rompendo le sue dighe, non inonda la pianura con forza più impetuosa di quella con cui il giovine Laerte, alla testa della ribellione, abbatte e rovescia i vostri uffiziali. La moltitudine lo saluta re, e come se il mondo nascesse oggi, gli usi più sacri sono dimenticati, le costumanze antiche, salvaguardia e presidio dei regni, vengono poste in non cale. E gridano: «Eleggiamo; Laerte sia re!» e i berretti volano per l’aria, le voci e le mani applaudono, e dappertutto risuona: «Laerte sia re, Laerte re!»
  1. We have done but greenly. In hugger-mugger to inter him e incertissima è l’etimologia dell'hugger-mugger.