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atto terzo. 51
di forma, era da pazzo. Vi è qualche cosa nella sua anima che cova la sua malinconia, e temo che il frutto che ne vedremo nascere non debba riuscirci funesto. A prevenire ogni sinistro, ecco quello che ho pensato. Egli andrà tosto in Inghilterra per chiedervi il tributo che non ci fu ancora dato; forse il viaggio, e i paesi differenti, e i vari oggetti sbandiranno da lui la tristezza che l’opprime e noi fa più riconoscibile. Che pensate di ciò?
POLONIO.
Sarà bene; però io persisto a credere che l’origine di questo dolore sia stato un amore disprezzato. — Ebbene, Ofelia, non importa che ci raccontiate quello che disse il principe Amleto, perchè abbiamo udito tutto. — Signore, fate come credete; ma so lo stimate conveniente, lasciate, dopo la rappresentazione, che la regina sua madre, stando sola con lui, lo preghi di manifestarle la causa del suo dolore; ella gliene parli senza reticenze; ed io, se credete, sarò posto in luogo da udire tutto il loro colloquio. Se ella pure non iscopre nulla, fatelo andare in Inghilterra, o relegatelo dove la vostra saviezza rifiuterà più opportuno.
RE.
Così si farà; la demenza dei grandi non deve passare senza attenta sorveglianza. (Escono.)


SCENA II.

Una stanza della reggia.

Entra Amleto con alcuni Commedianti.

AMLETO.
Proferite, ve ne prego, il discorso come io lo proferii con voi, con lingua scorrevole; se doveste declamarlo con enfasi, come fanno tanti dei vostri colleghi, preferirei di averlo affidato al banditore della città. E non trinciate di troppo l’aria colla mano, ma sia gentile il vostro gesto, perocché anche nel più grand'impeto, nella furia e (direi) nel turbine della passione, dovete avere una temperanza che ne rintuzzi l’asprezza. Oh nulla m’indispone di più l’anima quanto íl vedere un atleta in parrucca che straccia una passione a brani, che la fa proprio in cenoi, e introna gli orecchi degli spettatori, a cui per la maggior parte non talentano che le assurde pantomime e il baccano. Farei frustare questi Termaganti1 ampollosi, che vincono in furia anche Erode; ve ne prego, evitate ciò.
PRIMO COMMEDIANTE.
Lo prometto, principe
  1. Termagante, divinità dei Saracini.