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28 | amleto |
Così, zio, siete registrato qui. Ora la mia parola sarà: Addio, addio, ricordati di me! L’ho giurato.
- ORAZIO (di dentro).
- Signore, signore....
- MARCELLO (di dentro).
- Principe Amleto....
- Orazio (di dentro).
- Il cielo lo protegga!
- MARCELLO (di dentro).
- Così sia!1
- ORAZIO (di dentro).
- Lah! lah! oh mio principe!
- AMLETO.
- Lah! lah! bada garzone! Vieni, uccello, vieni.2
Entrano Orazio e Marcello.
- MARCELLO.
- Che avvenne, mio nobile principe?
- ORAZIO.
- Quali novelle, signore?
- AMLETO.
- Oh, maravigliose!
- ORAZIO.
- Mio buon signore, ditele.
- AMLETO.
- No, le rivelereste.
- ORAZIO.
- Non io, pel Cielo, signore.
- MARCELLO.
- Nè io, mio principe.
- AMLETO.
- Che dite dunque? avrebbe potuto concepirlo il cuore di un uomo! Ma voi sarete segreti....
- ORAZIO e MARCELLO.
- Sì, pel Cielo, signore.
- AMLETO.
- Non fu mai scellerato abitante nella Danimarca, che uno scaltrito malandrino non fosse.
- ORAZIO.
- Non occorreva, signore, uno spettro uscito dal sepolcro per dir ciò.
- AMLETO.
- Avete ragione, avete ragione. E così senza entrare in altri particolari, credo conveniente che ci stringiamo la mano e ci separiamo, voi per andare dove i vostri negozi e il desiderio vi chiamano, perocchè ognuno ha negozi e desiderii; ed io.... io, vedete, vado umilmente a dire delle orazioni.
- ORAZIO.
- Queste parole sono strane e sconnesse, mio principe.
- AMLETO.
- Mi spiace che vi offendano; di cuore, di cuore me ne dispiace.
- ORAZIO.
- Non è in ciò alcuna offesa, signore.
- AMLETO.
- Sì, per san Patrizio, vi è offesa, signore, e offesa grave rispetto a questa visione. — È uno spettro onesto, tanto posso dirvi: quanto al vostro desiderio di sapere quello che avvenne fra noi, imbrigliatelo come meglio potete. Ed ora, buoni amici, come amici, con-