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Così, zio, siete registrato qui. Ora la mia parola sarà: Addio, addio, ricordati di me! L’ho giurato.
ORAZIO (di dentro).
Signore, signore....
MARCELLO (di dentro).
Principe Amleto....
Orazio (di dentro).
Il cielo lo protegga!
MARCELLO (di dentro).
Così sia!1
ORAZIO (di dentro).
Lah! lah! oh mio principe!
AMLETO.
Lah! lah! bada garzone! Vieni, uccello, vieni.2

Entrano Orazio e Marcello.


MARCELLO.
Che avvenne, mio nobile principe?
ORAZIO.
Quali novelle, signore?
AMLETO.
Oh, maravigliose!
ORAZIO.
Mio buon signore, ditele.
AMLETO.
No, le rivelereste.
ORAZIO.
Non io, pel Cielo, signore.
MARCELLO.
Nè io, mio principe.
AMLETO.
Che dite dunque? avrebbe potuto concepirlo il cuore di un uomo! Ma voi sarete segreti....
ORAZIO e MARCELLO.
Sì, pel Cielo, signore.
AMLETO.
Non fu mai scellerato abitante nella Danimarca, che uno scaltrito malandrino non fosse.
ORAZIO.
Non occorreva, signore, uno spettro uscito dal sepolcro per dir ciò.
AMLETO.
Avete ragione, avete ragione. E così senza entrare in altri particolari, credo conveniente che ci stringiamo la mano e ci separiamo, voi per andare dove i vostri negozi e il desiderio vi chiamano, perocchè ognuno ha negozi e desiderii; ed io.... io, vedete, vado umilmente a dire delle orazioni.
ORAZIO.
Queste parole sono strane e sconnesse, mio principe.
AMLETO.
Mi spiace che vi offendano; di cuore, di cuore me ne dispiace.
ORAZIO.
Non è in ciò alcuna offesa, signore.
AMLETO.
Sì, per san Patrizio, vi è offesa, signore, e offesa grave rispetto a questa visione. — È uno spettro onesto, tanto posso dirvi: quanto al vostro desiderio di sapere quello che avvenne fra noi, imbrigliatelo come meglio potete. Ed ora, buoni amici, come amici, con-
  1. Nell’edizione in quarto, questa esclamazione è messa in bocca di Amleto.
  2. Amleto imita qui il grido dei cacciatori quando richiamavano il falco: lah! lah! È l’alterazione mentale che comincia, e che simula poi tutti i caratteri della pazzia