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Scena Seconda. | 69 |
A sommo ’l capo: ei si rinselva, ed ella,
Vibrando un dardo, dentro ’l bosco il segue.
- Aminta
- O dolente principio: ohime, qual fine
Già mi s’annuncia? Nerina Io con un’altro dardo
Seguo la traccia, ma lontana assai,
Ché più tarda mi mossi. come furo
Dentro à la selva, più non la rividi,
Ma pur per l’orme lor tanto m’avvolsi,
Che giunsi nel più folto, e più deserto.
Quivi il dardo di Silvia in terra scorsi,
Né molto indi lontano un bianco velo,
Ch’io stessa le ravvolsi al crine: e, mentre
Mi guardo intorno, vidi sette lupi,
Che leccavan di terra alquanto sangue
Sparto intorno à cert’ossa affatto nude;
E fù mia sorte, ch’io non fui veduta
Da loro: tanto intenti erano al pasto:
Tal che, piena di tema, e di pietate,
Indietro ritornai: e questo è quanto
Posso dirvi di Silvia: et ecco’l velo.
- Aminta
- Poco parti haver detto? ò velo, ò sangue,
O Silvia, tu se’ morta. Dafne O’ miserello,
Tramortito d’affanno, e forse morto.
- Nerina
- Egli rispira pure: questo fia
Un breve svenimento: ecco, riviene.
- Aminta
- Dolor, che sì mi crucij,
Che non m’uccidi homai? tu sei pur lento.
Forse lasci l’officio à la mia mano.
Io son, io son contento,
Ch’ella prenda tal cura,
Poi |