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Scena Terza. | 55 |
Che tu in andando al fonte con colei
Cerchi d’intenerirla: et io frà tanto
Procurerò, ch’Aminta là ne venga.
Né la mia forse men difficil cura
Sarà di questa tua. hor vanne. Dafne Io vado,
Ma il proposito nostro altro intendeva.
- Tirsi
- Se ben ravviso di lontan la faccia,
Aminta è quel, che di là spunta. è desso.
SCENA TERZA.
Aminta. Tirsi
- Aminta
- Vorrò veder ciò che Tirsi havrà fatto:
E, s’havrà fatto nulla,
Prima ch’io vada in nulla,
Uccider vò me stesso, inanzi à gli occhi
De la crudel fanciulla.
A lei, cui tanto piace
La piaga del mio core,
Colpo de’ suoi begli occhi,
Altrettanto piacer devrà per certo
La piaga del mio petto,
Colpo de la mia mano.
- Tirsi
- Nove, Aminta, t’annoncio di conforto:
Lascia homai questo tanto lamentarti.
- Aminta
- Ohime, che dì? che porte?
O la vita, ò la morte?
- Tirsi
- Porto salute, e vita, s’ardirai
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