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42 Atto Primo.

Nome senza soggetto,
Quell’Idolo d’errori, idol d’inganno,
Quel, che dal volgo insano
Honor poscia fu detto,
Che di nostra natura ’l feo tiranno,
Non mischiava il suo affanno
Frà le liete dolcezze
De l’amoroso gregge,
Nè fù sua dura legge
Nota à quell’alme in libertate avvezze,
Ma legge aurea, e felice,
Che natura scolpì, S’ei piace, ei lice.

     Allhor trà fiori, e linfe,
Trahean dolci carole
Gl’Amoretti senz’archi, e senza faci,
Sedean Pastori, e Ninfe,
Meschiando à le parole
Vezzi, susurri, ed à i susurri i baci
Strettamente tenaci;
La Verginella ignude
Scopria sue fresche rose,
Ch’hor tien nel velo ascose,
E le poma del seno acerbe, e crude;
E spesso in fonte, ò in lago
Scherzar si vide con l’amata il vago.
     Tu prima, Honor, velasti,
La fonte de i diletti,
Negando l’onde à l’amorosa sete.
Tu à begli occhi insegnasti
Di starne in se ristretti,


E tener