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Scena Prima. | 29 |
- Silvia
- E, perche lor non crede?
- Dafne
- Hor tu no sai
Ciò che Tirsi ne scrisse? allhor, ch’ardendo
Forsennato egli errò per le foreste,
Sì, ch’insieme movea pietate, e riso.
Ne le vezzose Ninfe, e ne’ pastori;
Nè già cose scrivea degne di riso,
Se ben cose facea degne di riso.
Lo scrisse in mille piante, e con le piante
Crebbero i versi, e così lessi in una,
Specchi del cor fallaci infidi lumi,
Ben riconosco in voi gl’inganni vostri.
Ma che prò? se schivarli Amor mi toglie.
- Silvia
- Io qui trapasso il tempo ragionando,
Nè mi sovviene, c’hoggi e ’l dì prescritto,
Ch’andar si deve à la caccia ordinata
Ne l’Eliceto. hor, se ti pare, aspetta,
Ch’io pria deponga nel solito fonte
Il sudore, e la polve, ond’hier mi sparsi,
Seguendo in caccia una dama veloce,
Ch’al fin giunsi, ed ancisi.
- Dafne
- Aspetterotti,
E forse anch’io mi bagnerò nel fonte:
Ma sino à le mie case ir prima voglio,
Che l’hora non è tarda, come pare.
Tu ne le tue m’aspetta, ch’à te venga,
E pensa in tanto pur quel che più importa
De la caccia, e del fonte; e, se non sai,
Credi di non saver, e credi à’ savi.
3 | S C E N A |