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Indi ci posammo sui piedi una dello pelli di montone e ci avviluppammo il corpo coi plaids e colle coperte di lana. Intanto Jean Joseph faceva — colla cucina Martelli — fondere la neve per procurarci l’acqua atta all’allestimento della nostra cena. E pazientammo poiché i nostri corpi sentivano ardente bisogno di un bicchiere di un liquido caldo. Finalmente la neve si sciolse, nell’acqua fu gettato un bel pezzo di burro, fattore secondo del brodo che — anche senza sale, ma mescolato con vino — doveva ristorarci non poco. Levataci la sete — badammo alla fame. Altro pezzo di burro fu posto a nuotare nella casseruolina e — su di esso — posammo a friggere molta carne salata che fu ricevuta dai nostri stomachi con indicibile soddisfazione. Dopo ciò mi sentii bene e non avrei più pensato che a dormire, se l’avessi potuto. Il materasso mi agghiadava la schiena e le coperte non mi riscaldavano troppo il petto. — Se il sonno mi avesse incolto, avrei avuto paura di non più svegliarmi o di vedermi mutato in sorbetto. E non so come s’assopirono e s’addormentarono i miei compagni!...

LE VARIE CLASSI DI ALPINISTI


el nostro viaggio noi troveremo vari tipi di alpinisti dei quali io vi parlerò quando li avremo sott’occhio, più a lungo. E prima di tutto nomiamo escursionisti quelli che si limitano a servirsi delle strade e dei sentieri mulattieri; alpinisti invece sono quelli che attaccano la montagna colle loro gambe. Gli alpinisti à l'ebat aigu o alpinisti arrabbiati vogliono la montagna per la montagna e su vi si spingono senza pensare ad altro che a raggiungere la vetta. Di là, non danno neppure uno sguardo all’intorno, lasciano una carta di visita e giù a precipizio. Lo scopo precipuo è di fare la corsa in meno d’ore che sia possibile per poter contendere le palme del tale o del tal’altro famoso alpinista.

L’alpinista à l'etat aigu è geloso di ogni altro che lo preceda e pensa sempre che egli sia agitato dall’istesso pensiero suo e che gli vogliano rubare le sue punte e non ha pace fino a che è ben sicuro della riuscita de’ suoi disegni.

Sulla via, ma giù abbasso però, troveremo certi giovinotti vestiti con un costumino leggiadro di un panno certamente estero ed impenetrabile, stretto alla vita da una magnifica cintura sulla quale, da un taschino dell’abito, cade una catena d’oro divisa in due a cui stanno fissi da una parte l’orologio e dall’altra il pedometro, mirabile istrumento di pia-